La scommessa vinta dell’acciaio vivo ci porta in alto
A volte la solidità di un’azienda si nasconde nelle sfumature. Per Il Giardino di Corten, sono i toni caldi e rossastri del rame fusi con l’acciaio: una lega che ha segnato il brand, ma che riflette lo spirito di continuo cambiamento.
Era il 1865, quando, nel cuore del Friuli, Raffaele Schneider fondava una piccola officina meccanica. All’epoca, lavorare il ferro era pura fatica manuale. «Mio padre raccontava che per fare un solo foro servivano ore di lavoro, scaldando e battendo a mano il metallo», ricorda oggi il pronipote, anche lui Raffaele (foto a sinistra),
attuale guida. Fu il nonno, negli anni Trenta e Quaranta, a dare il primo slancio industriale: le Officine Meccaniche Schneider divennero uno dei poli attivi del Friuli. Superato il trauma del terremoto del 1976, negli anni Ottanta, Raffaele Schneider, grazie alla sua formazione elettronica, portò l’innovazione: l’automazione applicata a cancelli e porte. «Pochi credevano che la tecnologia potesse integrarsi con l’artigianato. Noi lo abbiamo fatto», spiega. L’azienda ottenne l’esclusiva Faac per Udine e realizzò porte automatiche per grandi nomi come Mercedes e Fiat.